Il processo della cantautrice Kesha contro il suo produttore Dr. Luke.



Nel 2014 la popstar Kesha si presenta davanti alla giustizia americana per intentare una causa contro il suo producer Dr. Luke.


Il web è scoppiato quando il giudice Shirley Kornereic si è pronunciata contro la cantante, negandole la rottura del contratto che la lega per altri quattro album (su sei) alla Sony e alla Kemosabe, la casa di produzione del Dr Luke, al secolo Lukasc Gottawald. Non ci sono abbastanza prove che dica il vero, ha detto il giudice. Nella sua accusa Kesha, parla di soprusi, abusi sessuali, di pillole e di risvegli nel letto dell’uomo, che l’ha messa sotto contratto quando la ragazza aveva appena compiuto 18 anni. Kesha, oggi 28enne, dice che la spirale di oppressione le avrebbe tolto l’ispirazione artistica e l’avrebbe portata a uno stato di prostrazione fisica e mentale, al punto che nel 2014 è stata ricoverata per due mesi in Rehab per curare i disordini alimentari.

Ariana Grande, Kelly Clarkson, Lady Gaga,Iggy Azalea e Demi Lovato si sono mobilitate sui loro social dando origine a una campagna di sostegno sotto l’hashtag #FreeKesha. Inoltre Taylor Swift ha donato la cifra di 250mila dollari alla collega per aiutarla nella sua personale battaglia.

Può anche darsi, a questo punto, che la Sony decida di lasciare libera la cantante, per mettere fine alla pubblicità negativache si sta scatenando in rete. Alla lettura della sentenza Kesha è scoppiata a piangere e ha dichiarato: “L’unica cosa che volevo era di poter tornare a fare musica senza avere paura e senza essere minacciata o abusata”. La storia non finisce comunque qui. La sentenza di appello è fissata per il 16 maggio.

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