Recensione Album: Tiziano Ferro - L'amore è una cosa semplice.

Sono passati ben più di 3 anni dall'ultimo album dell'amato cantautore nostrano di fama mondiale.
Tiziano Ferro  in questo lasso di tempo si è comunque fatto sentire pubblicando un libro che riunisce la sue memorie, le sue pagine di diario attraverso cui ha reso nota la sua omosessualità.
Un atto estremamente coraggioso se consideriamo la chiusura mentale che popola in Italia. Il rischio di perdere milioni di fan a causa di una dichiarazione di tal genere era grosso e, senza dubbio, le vendite ne avrebbero fortemente risentito.
La prova del nove è arrivata quando, a fine novembre, Tiziano ha deciso di lanciare sul mercato il suo nuovo album intitolato "l'amore è una cosa semplice" trainato dal già  vendutissimo "La differenza tra me e te".

Incredibile ma vero è subito schizzato in vetta alla classifica degli album più venduti, segno che forse l'italia non è poi così arretrata mentalmente.
Il titolo dell'album è una provocazione. O forse no. Insomma, Tiziano ci ha abituato a struggenti ballate strappalacrime e trovarlo ora ad urlare a gran voce che l'amore è una cosa semplice risulta essere un fatto contraddittorio, o magari una semplice provocazione, una spinta a cercare nell'amore la semplicità intrinseca, una sorta di rimprovero all'essere umano,colpevole di essere lui stesso la difficoltà che trova nei rapporti interpersonali
Già dai brani possiamo notare un cambiamento non solo a livello musicale/strumentale ma anche a livello compositivo: le liriche struggenti e le melodie vagamente R'n'b/ soul lasciano spazio ad un sound più frizzante ed originale che strizza l'occhio al jazz e a testi sempre riflessivi, ma non eccessivamente tristi.
Le sfumature che quest'album presenta sono molto numerose. Si passa dal Rnb tipico del suo inizio carriera al pop generico, spesso e volentieri tocca sonorità Jazz e gioca con la Bossa nova, senza scordarsi del Rap.

Insomma, un lavoro che rasenta l'eclettismo senza tuttavia risultare disomogeneo.
Il connubio tra i generi veicola senz'alcun dubbio la nuova "filosofia di vita", se così vogliamo chiamarla, del nuovo Tiziano, un Tiziano stranamente sereno in superficie che però non nasconde le ferite degli anni passati, anzi, le mostra con rabbia tristezza e forse un pizzico di orgoglio, ferite che sono simbolo del suo cammino, della sua crescita non solo come artista ma, essenzialmente, come essere umano.
L'allegria di alcuni pezzi,  l'ardente romanticismo di altri, introspettiva riflessione della maggior parte di essi ti prendono per mano e ti accompagnano nella mente di Tiziano, ti fanno ripercorrere il suo stesso percorso tra sorrisi lacrime e urla e spesso e volentieri ti  fanno ritrovare, in quelle stesse grida disperate o nelle gioie, un lato di te.
Ancora una volta quindi il Tizianone nazionale punta sull' universalità, propria di ogni suo lavoro, che sorregge e sostiene la ricercatezza del sound.
Un Tiziano musicalmente maturato, umanamente rinnovato e vocalmente sorprendente:Tiziano è cresciuto anche anche a livello vocale, ha saputo prendere atto delle sue capacità, plasmare la sua vocalità su nuovi generi, renderla versatile...in poche parole ha saputo sfruttarla appieno.La sua consapevolezza sfocia in una miriade di eleganti falsetti  ai quali non eravamo abituati e a tonanti note di petto che ancora una volta dimostra il coraggio di cui si è voluto rivestire per affrontare la vita e rendersi migliore.
Da notare anche le collaborazioni: si passa da brani scritti da Irene Grandi ( Paura non ho) direttamente alla cover di un noto brano di Nesli ( La fine ) fino a trovare un Jhon legend nella versione inglese del brano Smeraldo.

Ogni piccolo dettaglio è stato curato con anima ed intelligenza il che dimostra la cura e la passione di Tiziano nei confronti del suo lavoro che non è altro che uno specchio della sua vita.
La capacità di Tiziano di sapersi giostrare attraverso tutte le sfumature musicali che ha deciso di offrirci si alza vittoriosa e dona all'album un appeal incredibile.
Ottimo lavoro Tiziano!


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