Non si smentisce mai il pubblico italiano degli stadi di calcio. Forti della loro grande "superiorità culturale"il pubblico delle curve romane ha ben deciso di fischiare e urlare buuu durante l'esibizione di PSY allo stadio olimpico.
Il cantante coreano, chiamato a Roma per la finale di Coppa Italia per intrattenere il pubblico ( un po' come succede in America con il Super Bowl e i suoi epici spettacoli dell'intervallo, ricordiamo Madonna e Beyoncè ) era sicuramente un ottimo pretesto per accontentare tutte le fasce di pubblico, dai più giovani ai più anziani che sicuramente hanno sentito parlare del tormentone Gangnam Style.
Il cantante coreano è tutt'ora una delle personalità più famose di tutto il mondo e nonostante il suo lavoro sia molto comico e divertente il pubblico romano si sarebbe dovuto sentire onorato nell'avere una star così celebre durante il Derby Tim Cup. Roma d'altronde ha il grande problema di non attrarre a dovere le star mondiale che spesso fissano le uniche date dei loro concerti nelle città del Nord come Milano e Torino.
Durante l'esibizione di Gangnam Style il cantante è stato disturbato dal rumoroso pubblico delle curve e gli organizzatori hanno subito alzato il volume per coprire i fischi.
Psy aveva dapprima dichiarato di non essere nuovo all'atmosfera degli stadi prima di eventi di tale portata:
«Capisco il clima, so di cosa si tratta: la stessa cosa succede fra due team in Corea». E aveva precisato: «Io devo soltanto far divertire il pubblico prima della partita. Anche gli artisti, come gli atleti devono mostrare il proprio gioco alla gente. In questo non c’è molta differenza fra chi sale sul palco e chi scende in campo. Ma grazie al cielo, noi non abbiamo perdenti e vincenti».
«Amo l'Italia» ha detto il cantante dopo la prima esibizione. Poi, visibilmente imbarazzato, si è congedato con un «grazie».
Concluderei con "che bella figura che ci hanno fatto fare".
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