Recensione Album: Muse - The 2nd Law


"Mi si sono smosciati anche i Muse..." Questo è stato il primo pensiero che mi è balenato alla mente dopo il primo ascolto del nuovo album "The 2nd Law" insieme ad una cocente delusione ed una serie di improperi ( che evito di scrivere qui).
Insomma, sono un fan dei Muse da diversi anni, anche se non della prima ora (la mia passione è cominciata solo con l'ascolto del terzo album "Absolution") posso con sicurezza affermare che i Muse album dopo album si sono meritatamente guadagnati il titolo di mia band preferita.


Forse per questo, forse perchè avevo aspettative troppo alte ne sono rimasto deluso, molto deluso,come non credevo possibile da parte di una band che da sempre mi ha emozionato e stupito con capolavori dell'Alternative Rock.
Sono deluso perchè in un momento in cui band del tutto rispettabili si vendono al mercato discografico e sfornano aborti musicali (vedi i Green Day con una pappa melodica che di "green day" non ha nulla, se non le sfuriate da ricovero di B.J. Armstrong e i Coldplay ) speravo che almeno i Muse si rivelassero un isola felice e controccorrente come sempre sono stati, un faro di innovazione e originalità unica!
Sono deluso perchè sono mesi che viene portato avanti un battage incredibile per sottolineare "l'innovazione" e la "svolta" che questo album avrebbe comportato facendomi fantasticare su di un possibile nuovo "Origin of Simmetry" che si imprimesse sgomitando nella storia del Rock mentre mi viene propinato un mediocre disco pseudo - electropop/rock
Non fraintendetemi, l'album è un valido lavoro musicale, curato nelle strumentazioni, negli arrangiamenti, nelle musiche fin nei minimi dettagli e con un'eccellente lavoro dietro (sono pur sempre i Muse!) ma, e forse il motivo fondamentale per cui l'album mi ha deluso è questo,non sembra un album dei Muse! Le dichiarazioni avevano parlato di "influenze" di Queen e U2, di musica disco dance, dubstep e di orchestrazioni zimmeriane ma il disco di fatto sembra un malriuscito lavoro di decoupage musicale con tratti che ricordano ognuno di questi elementi senza configurarsi bene, più che "segnare una svolta" sembra che i Muse siano rimasti bloccati ad un incrocio nel bel mezzo di una crisi esistenziale! In definitiva, si può con tranquillità affermare che l'album manca di una propria anima che ne definisca una personale e individuale caratterizzazione!

Andiamo dunque ad analizzare le tracce di cui è composto l'album (mi soffermerò solo su alcune...altre non mi ci spreco neanche):

1)SUPREMACY: Cominciamo per fortuna con l'unico vero pezzo valido dell'album, esso sembra strizzare l'occhio ai lavori precedenti con un pieno e potente riff di chitarra ben cadenzata per addentrarsi in una strofa intensa e che si prende il tuo tempo fino ad un ritornello in cui sembra di risentire finalmente almeno un accenno di Muse! Peccato che anche questo pezzo pieno di buoni spunti non sia messo sufficientemente in evidenza da una produzione a mio avviso interessata ad altro genere di pezzi...sa un po' di tirato via, soprattutto per una chiusura debole, buona ma un po' anonima la parte ritmica ed anch'essa non emerge a sufficienza.

2)MADNESS: Primo singolo estratto, non c'entra NIENTE con qualsiasi cosa intendiamo per Muse...è un pezzo a mio avviso interessante (apprezzo il crescendo continuo) in cui ritroviamo qualche spunto dei Queen ma soprattutto pesca a piene mani tra la produzione di Bono & co. e lo si intuisce dalle dinamiche musicali e (soprattutto) e dallo stile canoro: degno di nota il fatto che si può godere della voce piena di Bellamy (cosa piuttosto rara). Interessante, molto orecchiabile, ma inappropriato come pezzo apripista dell'album forse perchè troppo poco "muse".

3)PANIC STATION: "Another one bites the dust! Another one bites the..." ah scusate...è che è un po' troppo facile mettersi a cantare "Another one bites the dust" su questo slap di basso così ben ritmato (chissà che un po' non sia voluta)! Ciononostante forse una delle migliori canzoni dell'album con una parte ritmica veramente bella. Prevedo un successo da paura per questa canzone, in fondo anche io sto ancora scandendone il ritmo con qualsisi cosa mi capiti a tiro...travolgente (ammetto che mi è piaciuta) ma manca quel qualcosa che la faccia diventare davvero "wow!"

4) e 5) PRELUDE & SURVIVAL: Abbiamo avuto modo di sentirle nel live di chiusura delle Olimpiadi (di cui "Survival" era official song) e devo dire che dal vivo rendono di più, ad un ascolto puramente "in studio" la canzone risulta un po' monotona e ripetitiva (colpa della ENORME profondità lessicale del testo dite voi?) e tutti quei cori e canoni vocali in cui si gettano i muse in piano stile Queen mi cominciano un po' a stancare...ma la domanda fondamentale è: lo stacchetto di piano iniziale che dà ai primi 30 secondi di canzone un'aria giocosa completamente fuorviante rispetto all'atmosfera che poi prende piede durante il pezzo era proprio necessario?
Si riprende in maniera egregia e poi continua in maniera valida, non è male come pezzo e ti dà la giusta carica, perfetto come pezzo delle Olimpiadi!

6) FOLLOW ME: Cominciano i dolori, la canzone inizia con un toccante "tu-tum" che scopriamo essere il suono del cuore del piccolo Bellamy Jr. e la canzone si apre leeeeenta con il neopapà che scandisce ogni sillaba della raccomandazione al figliolo con assidua attenzione, inizialmente ho pensato "sta parte la poteva anche risparmiare"...non l'avessi mai detto! Parte un piano-sinth che fa sperare qualcosa ma subito...siamo in discoteca!! Parte un cazzo di rithm-sinth che continua per tutta la canzone con un martellante 4/4 (appena un paio di variazioni) e contemporaneamente il nostro Matt viene preso da crisi mistica e posseduto da Bono che parte con i suoi acuti (mi è anche venuto il dubbio che non fossero campionati) mentre il tappeto "melodico" continua a salire di volume...mi aspettavo dato che la canzone era dedicata al figlio un brano toccante e lento non un pezzo da disco club! Bocciata su tutta la linea...paradossalmente la prima parte è la migliore!

7) ANIMALS: Inutile,sciapo,con una batteria imbarazzante (Dominic Howard cosa cazzo ti sei fumato?!) e te la sei dimenticata dopo 10 secondi. Evito di commentare il "riff" di chitarra a metà canzone, spero che Matthew Bellamy fosse ubriaco o che si sia rinchiuso in un cantuccio a vergognarsi

 8) EXPLORERS: Carina, orecchiabile e abbastanza elegante. Un pezzo melodico sufficientemente ben fatto (QUI la produzione è stata curata nei minimi dettagli) ma niente di lontanamente paragonabile a cose come "Unintended" o "invincible" che erano da pelle d'oca! (Bono ancora fatica ad uscira da Bellamy)

9) BIG FREEZE: Arrivato a questo punto, mi viene il dubbio che questo cd sia degli U2! Bah! Per il resto questo pezzo non è nulla di che, batteria che più anonima non si può e melodia sentita e risentita!

10) SAVE ME: Andiamo sul tema "umanitario" e, mentre Matthew Bellamy lotta con il suo demone interiore, subentra alla voce il bassista Chris Wolstenholme che  dei suoi problemi con l'alcool. Canzone un po' piattina e voce carina ma non da strapparsi i capelli, penso che la monotonia con cui è composta la canzone stavolta sia voluta (a onore del vero) ma questa consapevolezza non mitiga la cosa. Appena passabile.

11) LIQUID STATE: Seconda canzone di Chris, meglio della precedente ma sempre un po' noiosa, una nota positiva è che emerge il basso (e vorrei vedere!) ma non che la parte ritmica sia 'sta gran cosa. Ammetto però di preferire forse la voce "autentica" di Chris a quella artefatta e forzata di Matthew in questo lavoro. Passabile.

12) THE SECOND LAW: UNSUSTAINABLE: Dubstep! O almeno ci prova...piuttosto semplicistica e se devo essere sincero la parte migliore della canzone forse è quella in cui non c'è electro e emergono la voce e i cori con un buona batteria, il dubstep sembra buttato lì così, poco amalgamato con il resto del pezzo! Comunque uno dei pezzi più validi e interessanti

13) THE SECOND LAW: ISOLATED SYSTEM: Ah, perchè, è un canzone? no, davvero? Forse il contratto era per 13 brani e ne mancava uno...Mah!


Orecchiabile, carino, pulito ma niente di più! L'intero album ti scivola addosso e non ti lascia nulla (salvo un paio di pezzi) se non il senso di aver perso un'ora della tua vita! Magari ti sforzi anche di concentrarti e di ripeterti "ascolta bene, ci sarà qualcosa di interessante, ascolta!" per ritrovarti a cercare un appiglio musicale, un barlume di nuovo, una sfumatura di originale che le canzoni una dopo l'altra non ti forniscono, come scalate una parete di vetro!
Questo non solo è una delusione come album dei Muse...è una delusione come album che ha la pretesa di dichiararsi innovativo! E' una delusione come album Rock! Cosa ha di innovativo? Bellamy, diavolo, rispondimi, COSA HA DI INNOVATIVO??
Volete un lavoro ORIGINALE dei Muse allora ascoltate "The Resistence", quello sì che era un album di svolta tra un periodo hard & heavy più marcato precedente ed una riflessione più intima ed epicheggiante, e le 3 "exogenesis" sono a mio avviso dei capolavori compositivi!
Volete dei muse innovativi? Giù con "Origin of Simmetry" (considerato uno degli album più belli e rivoluzionari del rock moderno)!
Spero che sia solo una parentesi malriuscita verso una nuova alba...vado a consolarmi con "Knight of Cydonia" magari mi fa scendere la bile che mi è salita durante la recensione!


La recensione è di Edoardo Bianchini, curata e corretta da Matteo Zandri 

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